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Le imprese chiedono il taglio dei tassi e pagamenti più rapidi dalla Pubblica amministrazione

di Paolo Bricco

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Le banche hanno avuto, finora, il sostegno dell'intero Paese. Ma è bene che le risorse finanziarie non restino confinate all'interno del perimetro delimitato dalle filiali, dagli sportelli e dagli uffici degli istituti. Devono piuttosto circolare per vivificare una attività del mondo produttivo che risente non poco della crisi.
In un frangente tanto complesso, Confindustria e Abi hanno siglato ieri una alleanza strategica, sancita da un incontro nella sede milanese di quest'ultima. C'erano la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, il presidente dell'Abi Corrado Faissola, l'amministratore delegato di Unicredit Alessandro Profumo, quello di Intesa-Sanpaolo Corrado Passera, il presidente di Mps Giuseppe Mussari, il presidente di Bnl Luigi Abete e Fabio Innocenzi, amministratore delegato del Banco Popolare.
Oltre a quello di un regolare afflusso di credito che consenta alle aziende di affrontare la quotidianità e di progettare lo sviluppo, i problemi da affrontare sono numerosi. «I crediti vantati dalle imprese verso la pubblica amministrazione - ha per esempio sottolineato Marcegaglia - ammontano a una somma enorme: da 60 a 70 miliardi di euro. Lo Stato è un pessimo pagatore: ci sono casi limite in cui le aziende italiane, per riscuotere quanto dovuto, impiegano più di 300 giorni. Se si riuscisse a sbloccare questo impasse, l'intero sistema ne trarrebbe un significativo beneficio». La presidente di Confindustria ha dunque sottolineato con energia questo elemento di squilibrio nel tessuto produttivo italiano, che complica ulteriormente una situazione già segnata dal dissesto finanziario internazionale.
«Le proposte da avanzare al Governo - ha spiegato ieri la presidente di Viale dell'Astronomia - emergeranno dal tavolo fra imprese e banche che, d'ora in poi, si radunerà sistematicamente». Un tavolo di confronto non episodico (il prossimo appuntamento è stato fissato per il 31 ottobre) che ieri ha avuto la prima sessione di lavoro. «Abbiamo deciso di lavorare insieme - ha aggiunto Marcegaglia - per tornare a una soluzione di normalità, raffreddare gli animi e uscire da una situazione di panico». Una impostazione condivisa da Faissola: «In questo momento serve coesione. Abbiamo tutti quanti sentito la necessità di una alleanza utile per ricreare gradualmente nei prossimi mesi un clima di fiducia». Il tavolo nazionale ha già fissato alcuni punti della agenda di lavoro. La patrimonializzazione dei confidi e una loro minore frammentazione. Un pacchetto di richieste da sottoporre prima all'Abi e poi all'Esecutivo per aumentare la capitalizzazione delle imprese: per esempio, la detassazione degli utili reinvestiti. Di questo si discuterà al decimo Forum della Piccola industria, che si terrà a Bologna la prossima settimana, venerdì 24 e sabato 25 ottobre. Con lo stesso obiettivo, rendere strutturalmente meno fragili le aziende, nei prossimi mesi si ragionerà di risparmio gestito e di investitori istituzionali. A livello provinciale, ci saranno tavoli fra le associazioni imprenditoriali locali e il sistema bancario territoriale: incontri essenziali, perché consentiranno un continuo monitoraggio di cosa succede realmente nel delicato rapporto banca-impresa, in termini di afflusso effettivo di risorse finanziarie dalle banche al tessuto produttivo .
Perché le cose non sono affatto semplici. «La Bce dovrebbe calare i tassi in modo importante», ha detto con energia Marcegaglia. «L'interbancario - ha notato - è di un punto superiore ai tassi di riferimento. Dobbiamo lavorare sui differenziali». Secondo un sondaggio effettuato da Confindustria «alcuni nostri associati - ha rivelato la presidente - hanno evidenziato un aumento di questi differenziali a loro applicati dalle banche». Faissola ha così replicato: «Non c'è una politica da parte delle banche di rialzo sistematico dei tassi di interesse se non per portarli a livelli coerenti con i tassi di mercato». Per Faissola, negli ultimi sei mesi è calato «il differenziale tra i tassi applicati alle grandi imprese, che erano su basi antieconomiche, e quelli per le piccole imprese». È sempre molto elevata, e addirittura «sproporzionata» rispetto al momento congiunturale, secondo il presidente dell'Abi, la dinamica degli impieghi con un +11% in agosto.

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